A Pike's tale 

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Con l´incedere dei primi freddi, in quell´angolo di lanca, presso il canneto, aleggiava qualcosa di insolito nell´acqua. Come se nella popolazione pinnuta si stesse spargendo una sorta di allarme.


Dapprima gli sparuti gruppi di scardole che di solito profittavano di quel poco di luce pomeridiana per pascolare nelle vicinanze del piccolo immissario tra il canneto, non si erano piú viste.


Poi un paio di tinche che da giorni erano in letargo nel fango, erano sparite nel nulla. E oggi quel qualcosa di diverso dal normale non sembrava essere un fattore proveniente dall´esterno.


E si che si erano avvertiti strani movimenti dove l´acqua era piú bassa e una grossa ombra si era piú volte sporta dalla riva asciutta. Ma il nervosismo sembrava provenire da sotto l´elemento liquido.


Poi erano passati velocissimi due cavedani che avevano visto in mezzo a quell´ultimo gruppo di canne laggiú una enorme sagoma pinneggiare appena. Cosí l´allarme era scattato e forse si poteva sperare che ci si salvasse tutti.


Mentre l´ultimo gruppo di scardole riparava in un banco di alghe, nel silenzio ovattato dalla nebbia si udí un piccolo tonfo. Le linee laterali di tutti i pesci presenti avvertirono all´unisono quella sottile vibrazione prodotta da un qualcosa che si allontanava. L´esserino bianco e argento si muoveva peró nella direzione sbagliata proprio verso quelle ultime canne


In un attimo il luccio gli balzó addosso con un morso di traverso ed inizió a contorcersi e a fare una serie di violente giravolte al termine delle quali fu visto allontanarsi lentamente dalla lanca con una serie di smorfie come se la preda che aveva risputato lo avesse lasciato con dell´amaro in bocca


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