Lake Akeleietjonna & Co. (Norway)  

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  Image contrib. P.& K.Majeran 

Dopo aver guidato per chilometri su strada sterrata, iniziamo la camminata attraverso la tundra. Il nostro obiettivo è un gruppo di piccoli laghi incorniciato da vette innevate nella regione norvegese del Nordland, circa 150 km. al di sotto del circolo polare artico.


Lungo il percorso ci imbattiamo in un primo laghetto. Esso ci affascina con il suo contrasto di riflessi verdi e alghe rossastre. Non riuscendo a localizzarlo nella nostra mappa, iniziamo suppore di essere nella direzione sbagliata.


L' incontro del fiume Glomma ci conferma che il percorso su ci troviamo sarebbe troppo lungo per una gita di un giorno. Così torniamo indietro e alla fine troviamo la strada giusta.


Il sentiero conduce ora in salita. Seguiamo la nostra strada attraverso una lussureggiante vegetazione che man mano si rarefà salendo di altitudine. Con i waders addosso e gli zaini in spalla è una bella sudata nonostanre l'aria fredda. Ci vuole circa un'ora di sano sport prima di arrivare in vista del luogo.


Eccolo, il gruppo di piccoli laghi, circondato da una pletora di altri minuscoli stagni e pozze. Siamo soli e possiamo concederci il lusso di pescare ognuno nelle suo specchio d'acqua "privato". Durante la prima ora, l' entusiasmo iniziale combatte contro le raffiche di un vento freddo e la completa mancanza di attività dei pesci.


E poi succede. Nel lago interno, più riparato dal vento, il primo pesce sale a prendere una mosca secca! La lotta è incredibile proporzionata alla dimensione del pesce, una trota di 25 centimetri, che non vuole saperne di arrendersi. Sicuramente temprata dalle dure condizioni del clima. La prima cattura solleva il morale di tutti.


Catturiamo tutti a mosca secca, trote dai 20 ai 30 cm e con una potenza incredibile. Fanstatici colori, grandi pinne intatte, niente di paragonabile al pesce di getta malaticcio che a volte ci tocca vedere nei nostri poveri fiumi dell'Europa centrale e meridionale. Questi sono pesci veri in una natura incontaminata.


Si tratta di una pesca in caccia: le trote non mostrano la loro posizione e la cattura avviene lasciando che la nostra esca derivi lungo la riva, o con lanci vicino ai gruppi di alghe.


Con l'avvicinarsi della mezzanotte, decidiamo di tornare alla base. Ma prima trascorreriamo alcuni momenti in contemplazione, a saturare i nostri sensi con i ricordi della natura meravigliosa e ruvida che ci ha ospitato per la giornata. Così prendiamo la via del ritorno, ignari che ancora un po' di pesca ci attende questa sera, e proprio dietro l'angolo...


...forse a causa della luce crepuscolare o forse a causa del destino, il nostro percorso di ritorno devia di 20 m. di altitudine. Succede così di passare vicino a uno stretto e piccolo lago, che all'arrivo avevamo ritenuto troppo piccolo per ospitare pesci. Racchiuso in una piccola stretta valle, quasi un crepaccio, le rive laterali sono inaccessibili, a picco sull'acqua, sembrano i resti di una frana. Ma ciò che da lontano sembrava poco più di una pozzanghera, si rivela essere uno specchio d'acqua profondo e con visibili bollate!


Ci troviamo subito tutti d'accordo per rinviare il ritorno alla macchina e decidiamo di pescare ancora per un po' nel lago senza nome. C'è un'atmosfera magica, protetto dall'alto muro del crepaccio c'è un blocco totale del vento. Un silenzio ipnotico in questo crepuscolo di mezzanotte. Riusciamo a catturare diverse trote, alcune probabilmente le più grande della giornata in questa acque dimenticate.


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